Vini da (ri)scoprire-Il Vespaiolo
18 maggio 2015

I primi riscontri sulla presenza del Vespaiolo nella zona dell'Alto Vicentino risalgono al 1600-1700, nei quali si parla di quest'uva e delle straordinarie caratteristiche di gusto e profumi dei vini che se ne producono.
La storia è quella di tanti altri vitigni valenti nel corso del '900: tra boom economico e di consumi, la viticoltura vicentina si comporta come quella di tutto il mediterraneo, preferendo la coltivazione di varietà più produttive a discapito spesso di altre più interessanti sotto il profilo organolettico. Il Vespaiolo difatti è una varietà intensa e variegata dal punto di vista aromatico (oggi di fatto viene considerata una varietà “semi-aromatica”), e proprio per questo fortunatamente si continua a piantarla, anche se in minima parte, come uva per vini passiti o da utilizzare come uva da taglio per grappe e acquaviti, per le questa parte d'Italia è particolarmente conosciuta.
Negli anni '90 l'enologia, tornata ad essere molto attenta a vitigni “autoctoni” con alto profilo qualitativo e meno alla dicriminante della quantità, riscopre il Vespaiolo (o Vespaiola) con risultati davvero sorprendenti. Il Vespaiolo, nella zona di Breganze, diviene così il vitigno principe della DOC Breganze, non solo di vini dolci passiti come il Torcolato, ma anche e soprattutto di vini bianchi secchi con spiccate qualità aromatiche e buona propensione all'affinamento. Dal punto di vista organolettico, il Vespaiolo si presenta all'olfatto come un vino ricco di sentori agrumati, di frutta esotica, e a seconda dell'affinamento una imponente nota di idrocarburi. In bocca, quasi in tutte le vendemmie, la struttura è imponente, sostenuta da una viva acidità che conferisce lunghezza e profondità, oltre ad una prolungata persistenza. Il Vespaiolo Breganze DOC di Villa Angarano, che la selezione di Milanovino vi propone, è uno dei migliori esempi in zona già da parecchie vendemmie, prodotto frutto di un premuroso lavoro di questa piccola cantina di Bassano del Grappa, a gestione interamente femminile.
Alla prossima (ri)scoperta.
Guido Beltrami