Rosa Rosae
15 aprile 2021

La bella stagione appena iniziata ci porta a consumare sempre meno vini rossi, ed a accompagnare pietanze generalmente più leggere con vini preferibilmente bianchi e a temperature più basse. Per chi invece, come me, non può resistere alla maggior materia dovuta alla presenza dei tannini, i vini rosati rappresentano un'ottima alternativa, che sta piano piano diventando sempre più “socialmente accettata” anche nella nostra penisola.
La maggior diffusione dei vini rosati arriva dalla vicina Provenza-Costa azzurra, dove i vini rosati sono oramai diventati una quota determinante dei consumi e soprattutto sempre più “à la page”.
Questa tipologia di vini rosati leggeri, pallidi, e dalle note olfattive agrumate ed esotiche, sta caratterizzando sempre di più anche i vini rosati di casa nostra: la tipologia classica dei rosati abruzzesi e pugliesi prodotti da brevi macerazioni sta lasciando sempre più spazio alla tipologia prodotta tramite pressatura soffice spesso accompagnata da fermentazioni a bassa temperatura.
Dal veneto alla Toscana, ma anche dal Piemonte alle Marche, i vini rosati stanno diventando gradualmente più considerati, specialmente nelle località di villeggiatura estiva. Questo percorso di maggior notorietà, certificato anche dal proliferare di nuove manifestazioni dedicate ai rosé, sta portando i produttori, dai più piccoli ed artigianali ai più grandi marchi, a sperimentare ed aumentare il livello di attenzione dedicato a questi vini, rompendo di fatto quella spirale che vedeva i rosati italiani sempre di scarso pregio perché poco considerati dai produttori stessi.
Buoni rosati a tutti!
Guido Beltrami