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La vie en rose...o in rosè

30 giugno 2016

L'estate è arrivata? (Aspettiamo a dirlo...), ma innegabilmente nelle prossime settimane ci apprestiamo a modificare le nostre abitudini eno e gastronomiche (risotto salsiccia e gorgonzola, ci vediamo a settembre...). Tra le possibilità “estive” che il panorama enologico italiano ci propone, come sempre con fatica ed in punta di piedi si affacciano i vini rosati. I vini rosati vengono prodotti utilizzando uve rosse tramite macerazioni di breve durata: in pratica le bucce vengono lasciate nel mosto per un breve periodo (24-48 ore generalmente), rilasciando solo in piccola parte il contenuto delle bucce (polifenoli, ossia colore). I vini rosati hanno quindi, oltre al colore, un accenno della sensazione di struttura che è determinata dalla presenza dei polifenoli, e generalmente una maggior mineralità. L'Italia è il paese che percentualmente consuma meno vini rosati, tra i paesi produttori più importanti. Per darvi un'idea di paragone con i francesi (molto più “rosisti” di noi) negli ultimi anni la produzione di vini rosati in Italia è circa il 5% del totale, mentre in Francia varia dal 25 al 30%. Le spiegazioni potrebbero essere molteplici, sia di carattere eno-culturale che di tradizione strattamente enologica, ma la situazione attuale è probabilmente quella, classica, del gatto che si morde la coda: i produttori investono poche energie nel realizzare rosati di alto profilo qualitativo, ed i consumatori lo percepiscono e snobbano i vini rosati. Inoltre in Francia i vini rosati sono stati anche una delle chiavi della rivoluzione dei vini del Sud del paese. Il nostro mezzogiorno ha invece puntanto molto di più su vini rossi di struttura. Esistono comunque in Italia delle zone che posso essere considerate dei baluardi delle produzioni in rosato: la Puglia, ed in particolare la zona di San Severo nel foggiano, l'Abruzzo, con la zona costiera della regione che predilige la vinificazione in “cerasuolo” del vitigno Montepulciano, e le zona del lago di Garda, sia la sponda bresciana che quella veronese. Personalmente in questa stagione bevo volentieri vini rosati, perché credo che uniscano la “freschezza” (anche in termini di temperatura di servizio) di cui si necessità nelle serate calde, ad una, anche se tenue, struttura che rende molto ampio il ventaglio di possibili abbinamenti, compreso quello mai veramente affermato con la pizza. Nella nostra selezione vi proporniamo il “Rosarò” di Feudi di Guagnano, rosato pugliese da uve negroamaro che spicca per intensità delle note di frutta rossa e di grande morbidezza e concentrazione, e il Cerasuolo d'Abruzzo di Tenuta i Fauri, naso elegante e bocca fresca e minerale.

Buoni rosati!

Guido Beltrami
Enologo



Cerasuolo d'Abruzzo "Baldovino"

I Fauri - 2017

Bottiglia:

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7,20

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Cassa 6 bottiglie:

€ 38,88 (-10%)

6,48 a bott.

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Salice Salentino Negroamaro Rosato "Rosarò" (-30% sulla cassa)

Feudi di Guagnano - 2020

Bottiglia:

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10,90

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Cassa 6 bottiglie:

€ 45,78 (-30%)

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